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Gelosia

Sai, ogni tanto penso

a noi due.

E’ un rapporto bello,

impossibile dire il contrario. 

Però i dubbi sono umani

e ogni tanto mi ricordo

di esserlo anch’io.

 

Quindi guardo le tue pupille

e so che si muovono

e nel tempo hanno incontrato

altre pupille, magari più belle

più profonde, più definite

delle mie.

 

E allora, umano, troppo umano,

mi struggo e mi dispero.

Penso alle altre mani, che ti hanno toccato.

Penso agli altri baci, che ti hanno emozionato.

 

Il cuore sanguina, mi dilanio da solo.

Torturante perché impossibilitato a cambiare

io sono, una tortura unica e personale.

 

Scivolo nel nero, più veloce della luce

mi affogo da solo nel pantano

non ne esco, non so nuotare.

Tu però, forse saggio, forse innamorato,

forse impietosito,

mi tendi una mano mi sollevi, mi pulisci.

 

Purificato mi osservi, 

e io riguardo quelle pupille,

quanto sono diverse, ora,

mi mostri che io per te

sono quelle pupille, 

che tu hai per me.

 

La chiamano gelosia, 

ma quando è reciproca, quando è comune,

quando entrambi la sentiamo, 

non sarà forse paura, timore, di perderci?

 

Una volta capito il gioco, il cuore si rimargina

la ferita è già guarita e io ti guardo.

 

Potrai avere incontrato molte pupille, 

accarezzato molte mani, provato molti sentimenti

amato, anche, come io stesso ho già fatto,

ma questo, questo che abbiamo, io e te,

non è quello che pensavo, non è quello che pianificavo.

 

Sei la più splendida spontaneità e libertà d’essere

la prosperosa creatività, causa di sofferenza e gioia,

luce nel mio profondo buio.

Sei il taglio sulla tela della mia vita,

sguardo attento su quello che ci sta dietro,

la chiave per il mio infinito.

 

La nostra chimica è unica, perché siamo due elementi

imprescindibili in un’esistenza che non si ripeterà,

possiamo solo legarci e vedere quale risultato

e quale fenomeno splendido, la natura ha avuto per noi. 

Che musica, Milano!

 

Sfrecciando su questo tram

mi par di essere sempre stato tuo.

Sento questo profumo di legno,

mi sembra un sogno

un’altra epoca, un’altra vita.

Quanta maestosità,

sotto questo arco

lo circondo col mio sguardo.

Che pace poi,

nel marasma in galleria

vedo il futuro

al Biffi, col caffè in mano,

studiando il passato, 

che t’ha reso grande, Milano.

 

Lontana, un po’ di musica

solo io e te

ballando sotto al Duomo,

amore mio

cantando

questo santo Jazz.

 

Le gambe corrono da sole,

alla natura del verde Sempione,

mi ricordo di me

leggendo un giornale

con bastarde guerre,

fatte per religione,

ma combattere dovrei,

solo per te, mia Milano.

 

Che dire poi di questi colori,

l’autunno ti rende persino 

più romantica, nel tuo classico.

Anche Roma e Venezia ti guardan storte

gelose della tua, straordinaria, bellezza,

perché la vera capitale d’Arte

da secoli ormai sei tu, Milano.

 

Tornerò, per mai più tornare

indietro,

perché il nostro è un amore impedito,

quando sarò libero

camminerò per Montenapoleone

contando le bandiere

e pensando a quanti 

possono invidiarti, Milano!

 

Mi dissero di andare lontano,

di prendere il mondo per mano,

ma in realtà tu sei tutto ciò che voglio,

tutto ciò che amo,

mia

Milano. 

Come Fly With Me - Frank Sinatra
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Fly Me To The Moon - Frank Sinatra
00:00 / 00:00

Arte Poetica

Ho visto molti mari
l'esperienza e lo studio
mi hanno permesso
di scoprire i nomi e i posti
più sperduti.

Ho colto l'ascesi
scrivendo, 
cogliendo la pace
attraverso la mia arte,
la poesia.

Quando leggo
due versi accostati con amore
e con un profondo senso,
provo estasi, provo pace, 
provo turbamento.

La stessa pace
la provo, ammirandoti, 
mentre mi guardi, 
fisso, lì fermo,
in qualsiasi momento.

-Lo vuoi chiamare Amore?-

Per me l'Amore 
è quello provato da due persone
che si scoprono guardandosi
con lo stesso ardore 
con cui si scopre l'infinito.

L'Amore non è altro
che la più alta forma d'Arte.

Poesia Parte Seconda

se ti penso

io ti amo

e se ti vedo
in quel labirinto
di sfide che la vita ci pone
io so di amarti
e in quel momento mi rincuoro
e sono felice.

Segreto

 

Loro non sapranno mai

quello che abbiamo noi.

 

Noi non abbiamo limiti di tempo

o di spazio.

 

Non conosciamo le parole

che Romeo diceva a Giulietta.

 

Ma a noi non importa,

quale fosse la loro lingua.

 

Parlavano la lingua dell’Amore,

e la parliamo anche noi.

 

Io e te domani moriremo.

Tutti domani moriranno.

 

Dobbiamo solo vivere quest’attimo

in cui io e te,

granelli di sabbia

in un mare sconfinato,

siamo infinito.

"Κ' αισθηματοποιήθηκες ολόκληρο, για μένα."
"Sei diventato tutto sentimento per me."

-Costantino Kavafis-

Vita

Ricordo questi fili d'erba,
che sono diventati inchiostro
sui miei fogli,
inumiditi dalle lacrime
e invecchiati dal tempo,
con troppi segreti
preoccupazioni,
caduti come foglie
all'arrivo del tuo amore,
quello che una volta
piangevo di non avere
e ora piango
all'idea, 
di poterlo perdere.
Voi, alberi, foglie,
rose e tamerici
e ginestre e ginepri
e viole,
siete diventate il mio sentimento,
il mio fiato.
E tu, Benaco, 
tu mi ricordi i mille baci
e le carezze date
nella speranza di ciò
che provo adesso.

"One I wished, I never played
Oh, what a mess we made
And now the final frame
Love is a losing game"

 

-Amy Winehouse-

Musica

Fumo.
Nel sottoscala sento casino,
la barista ha dimenticato
qualche bottiglia
in cantina.

Luci soffuse, quasi buio,
c’è solo questo faro
sulla cantante, 
sento la sua voce
carezzarmi il collo.

-Quanti brividi-

Sembra che pianga,
sfiora, mentre canta,
le note della disperazione
e della tragedia.
Quel ritornello è un accenno di gioia,
un attimo però,
prima di un’infinita strofa.

-L’amore è un gioco che si perde-

Abbiamo perso tutti,
perché siamo innamorati
di questo gioco,
non possiamo farne a meno.
Con l’amore si perde.
Ma senza amore non si vive.

Torniamo nella nostra oscurità,
non ci troveranno più,
piangeremo di noi stessi,
piangeremo il nostro mondo.

Lottiamo però insieme,
per cercare la meraviglia in un secondo,
in un bacio,
in una canzone,
in una sola nota.

A Cristian Forastiere
in una qualunque giornata di Dicembre

"Exegi monumentum aere perennius"

Claudicante, parola,
                      ferita.
Più volte ho provato a salvarti
-sto fallendo-
Credevo che il mio destino
fosse la poesia,
narrare le giornate
che fossero esse grigie o soleggiate,
tristi o accompagnate 
dalla banale sensazione di amarezza 
e dalla solitudine.
Ho trovato me stesso 
non tanto nel fare l'amore
ma più nel sentimento che ci metto:
perché tutti sappiamo fare sesso
siamo animali, è la nostra natura,
ma ad amare e assaporare 
il profumo di vaniglia messo
con attenzione sul collo molle
siamo in pochi e lo so bene.
Forse è questo il mio vero difetto:
disperarmi allo spreco di sentimento
al non pianto, all'indifferenza
davanti a una foglia che cade,
sospinta dal vento.

 

Avec Le Temps - Léo Ferré
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Museo Massimo

Le statue immobili opere d’arte
le ammiri, come di fronte
ad uno spettacolo magico,
tratto in adorazione.

Io giro attorno ai capolavori
marmorei, ammirando te
con loro, mezzo di cogliere 
il segreto, mia, arte.

 

Seduti, a parlare, 
in un angolo, 
mi dici qual è la tua poesia.

 

Io ti mostro la mia,
e in quel momento ho amato
come non ho amato mai.

Nei Giardini di Villa Borghese

(Crazy in Love)

A Cris e Matteo

Rimango, affascinato,
da questa rinascita naturale.
È primavera.
Già è tornata l’erba nei prati
e sugli alberi le foglie,
il clima è caldo
e si respira aria nuova.

Nel mio breve soggiorno romano,
ho vissuto la vita
di cui sono innamorato.
Ho ammirato una Roma diversa,
quella degli angoli nascosti,
dei sottoscala fumosi
di locali di una volta
-quelli che piacciono a me-
e di ragazzi liberi, giovani
e spavaldi, senza paure.

Roma, tu sei una scoperta
ogni volta che ti vedo.

Sono completo in questo istante,
e lo vivo.

Sono tre volte felice,
in questo paradiso splendido.
Tra Petrarca e Dandolo
recito parole nella testa
che rimbombano lontane
fin sopra le cupole in festa,
(proprio ora
rintoccano le cinque).

Il sole comincia ad accarezzare d’arancio
i tetti e gli obelischi.

L’aria si fa più fresca
e io rimango placido in silenzio
ad ascoltare i tuoi rumori in lontananza.

Ho riconosciuto due ragazzi
s’incontrarono tra Circo Massimo
e Ostiense,
nella maestosità romana
cominciarono a toccarsi la mano,
quasi timidi, sconosciuti
e inesperti.

Si baciarono la prima volta nel cunicolo
segreto e più angusto,
senza nessuno sguardo su di loro.
Ora sono sul muro di cinta,
qui, a Villa Borghese,
s’abbracciano innamorati,
e non si vergognano più.

L’amore in principio è tutto tremore,
si muove impercettibile nei muscoli
e non permette di rimanere immobili.

Il sole, ora, sta baciando anche loro,
sono illuminati dalle ultime luci
e brillano,
indisturbati,
nella complice indifferenza degli altri.

Mentre loro si tengono la mano,
io sorrido con gli altri:
perché è ancora possibile
essere matti ed essere innamorati.

-saranno forse due sinonimi?-

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